Polvani è dal 1980 funzionario politico della CGIL di Grosseto e dal 1989 al 2005 ha ricoperto l’incarico di segretario generale della FILCEA- CGIL, la categoria dei lavoratori chimici e minatori, maturando una significativa esperienza sul movimento operaio minatori; attualmente è coordinatore della CGIL zona Colline Metallifere. Questa nuova fatica letteraria di Silvano Polvani è il nuovo capitolo di una ricerca iniziata nel 2002 con “Miniere e minatori: il lavoro e le lotte l’impresa” , proseguita nel 2003 con “Cento anni del sindacato minatori” e ancora con “Fonditori tornitori e …minatori nella città di Follonica” del 2004. 

Il libro che ha avuto il sostegno di numerosi enti privati pubblici, tra cui il Comune di Gavorrano <<rappresenta sicuramente - e sono le parole del Sindaco Alessandro Fabbrizzi a evidenziarlo - una preziosa testimonianza di uno degli spaccati più interessanti di questo territorio, cioè della storia sociale ed umana nell’ultimo secolo di una comunità che ha vissuto l’industrializzazione, una storia nella quale si intrecciano miseria e ingiustizie, segnata da molte sconfitte e da indiscutibili conquiste.

Nella miniera di Gavorrano e nelle miniere delle Colline Metallifere, con il movimento del sindacato minatori sono nate e si sono sviluppate la coscienza collettiva e l’emancipazione sociale, culturale e politica di intere generazioni. Il libro dell’amico Polvani ci presenta in modo dettagliato e documentale gli scioperi e le occupazioni delle miniere, le lotte per il posto di lavoro, per la salubrità dell’ambiente, per un salario dignitoso e per  migliorare una condizione di lavoro che, in assoluto era la peggiore che si potesse immaginare per un individuo. Nel sottosuolo il lavoro che ciascuno doveva compiere era importante, non potevano esserci individualismi e la miniera richiedeva un’organizzazione collettiva che univa gli uomini gli uni all’altro e sviluppava un grande senso di solidarietà. Proprio in questo ambiente si formò la coscienza operaia e non è un caso che questa sia una terra di grande civiltà, di robusta pratica della democrazia, di grande spirito di solidarietà, di forte radicamento dell’associazionismo e del volontariato. La comunità mineraria ha avuto inoltre la capacità di accogliere ed integrare persone di provenienza geografica, tradizioni e culture tra loro diverse. Quello che è avvenuto nelle Colline Metallifere non è, tuttavia, un fatto esclusivamente locale, rappresenta infatti un pezzo fondamentale del movimento sindacale operaio italiano ed ha contribuito in maniera determinante alla storia industriale italiana del dopoguerra ed allo sviluppo economico del Paese. Gavorrano in particolare era sede di una delle più importanti miniere di pirite d’Europa e forniva materia prima per l’industria chimica nazionale.

Tutto il patrimonio di segni materiali ed immateriali, fisici e documentali, che una presenza mineraria così pesante ha lasciato, ha assunto oggi una valenza nazionale e viene tutelato e valorizzato attraverso il processo di riconversione sostenibile del territorio attivato dal progetto di Parco Tecnologico ed Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane. A pieno titolo fa parte di questo prezioso patrimonio la memoria delle battaglie per i diritti dei lavoratori, per l’emancipazione sociale, per una migliore qualità della vita.>>