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Giovedì, 24 Gennaio 2008 01:00

Il Centro di documentazione sull`area archeologica di Castel di Pietra

Vasellame recante lo stemmdei Tolomei  rinvenuto a Castel di Pietra

Esposizione dei reperti rinvenuti nelle campagne di scavo condotte dall`Università degli Studi di Siena

IL CENTRO MUSEALE
Collocato in un antico palazzo del paese medioevale di Gavorrano, il Centro è stato inaugurato nel 2002 ed  è intitolato a Davide Manni, lo scomparso assessore del Comune di Gavorrano, che si era   fattivamente impegnato per la riqualificazione e lo studio dell’area. Il museo si articola su due piani, utilizzando quattro grandi stanze. Il piano terra è dedicato alle sale espositive, i sotterranei sono dedicati a magazzini e laboratori didattici. Pannelli e gigantografie illustrano le varie epoche insediative e presentano accattivanti ricostruzioni di vita quotidiana medievale. Le teche espongono i reperti rinvenuti. Si tratta di numerosi reperti in ceramica (vasi e ciotole decorate e grezze) in metallo (monete, falcetti, fibbie, speroni, punte di freccia, lancia, coltelli) e in osso (dadi e vaghi di collana).
Avendo gli scavi riportato alla luce una quantità inaspettata di materiali l’università di Siena sta perseguendo in accordo con l’Amministrazione Comunale l’obiettivo di variare periodicamente il materiale esposto.
 
L’AREA
L’alta valle del fiume Bruna, dominata dalla rupe su cui sorge il Castello di Pietra, presenta una ricchezza insediativa testimoniata dai reperti emersi da numerosissimi scavi archeologici che hanno mostrato una frequentazione attestata sin da epoche preistoriche. Gli scavi presso l’area archeologica di Castel di Pietra, hanno aggiunto informazioni e fornito nuovi elementi circa la complessa storia di quest’area.
 
GLI SCAVI
Condotti dal Dipartimento di studi medievali dell’Università di Siena, sotto la direzione del Prof. Francovich e il coordinamento del prof. Citter, gli studi preliminari sono iniziati nel 1997. Gli scavi procedono dal 1999 e sono concentrati per ora sull’area della Rocca.
Oltre ad una notevole quantità di reperti gli scavi hanno fornito interessanti informazioni relative alle strutture architettoniche e alle varie fasi costruttive, arrivando oggi a rilevare la presenza di importanti strutture etrusche.
 
IL CASTELLO
Citato per la prima volta in documenti scritti nella prima metà dell’XI sec, il Castello risulta sotto il controllo della famiglia Aldobrandeschi nel corso del XII sec. che lo cede in vassallaggio ai Pannocchieschi nel XIII. Essi dovranno poi negoziare il loro potere con i Comuni di Massa Marittima e Siena che tenteranno di inserire l’area nella loro sfera d’influenza, sin quando, nel XIV secolo si attesteranno le ricche famiglie senesi dei Tolomei e dei Maelvolti. Il Castello risulterà definitivamente abbandonato nel 1413. una nuova occupazione avverrà solo tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 quando pastori e contadini si insediarono nell’area del Castello.
 
TRA STORIA E LEGGENDA
Benché oggi l’importanza del sito sia dovuta principalmente alla sua rilevanza archeologica, esso è stato per anni popolarmente noto grazie alla leggenda della sventurata Pia dei Tolomei, un’icona tra le eroine romantiche, a cui hanno dedicato opere, tra l’altro, Dante e Donizzetti. Rinchiusa tra le mura del castello di Pietra dal marito geloso Nello Pannocchieschi, signore di Gavorrano e Pietra, la Pia si ucciderà per disperazione o verrà uccisa cadendo da un dirupo che ancora oggi porta il nome di “salto della contessa”. La scoperta di una brocca con lo stemma della famiglia Tolomei, durante la campagna di scavo, ha rinvigorito la veridicità della tradizione popolare che fino ad oggi era apparsa poco più che una leggenda. Per ricordare l’evento ogni anno nel mese di agosto si rievoca la storia della Pia con una rappresentazione storica in costumi medievali e festeggiamenti popolari .
 
DIGA DEI MURACCI
A pochi chilometri a sud-est della collina di Pietra sono conservati i resti di una imponente diga in muratura costituita da un muraglione ad andamento rettilineo della lunghezza approssimativa di 300 metri cui si collegava un’ulteriore struttura muraria ad arco con la convessità rivolta a monte. Originariamente era destinata a sbarrare il corso del torrente Bruna per costituire un bacino artificiale di acqua dolce che andava a coprire terreni pertinenti al distretto del castello. Voluta dal Governo senese, che incaricò della progettazione prestigiosi professionisti sin dalla prima metà del 1400, la diga crolla prematuramente nel 1492 molto probabilmente per cedimenti strutturali coadiuvati da una piena eccezionale.
 
I LABORATORI DIDATTICI
Il Centro di Documentazione di Castel di Pietra è gestito in sinergia col Laboratorio di Educazione Ambientale La Finoria e tramite i suoi operatori offre la possibilità a scuole e gruppi organizzati di partecipare ad attività pratiche di laboratorio.
-         Si può simulare uno scavo archeologico secondo tutti i crismi di uno scavo reale, utilizzando un grande cassone all’aperto o dei contenitori più piccoli da aula
-         Si possono effettuare esercitazioni di restauro
-         Si può imparare a classificare i vari reperti, confrontandoli con quelli esposti al museo
-         Si può provare l’ebbrezza del conio di una moneta
 
LE VISITE GUIDATE
Su prenotazione è possibile visitare l’area archeologica del castello tramite un trekking della durata di due ore.
 
INFO:   0566/846231      0566/846248       800 915777
 
Visita la pagina dedicata agli scavi  di Castel di Pietra nel portale di Archeologia Medievale dell`Università degli Studi di Siena
 
 
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